SIMONA BERTOCCHI SCRITTRICE

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giovedì 16 maggio 2019

I PASTICCI DI LEONARDO di Simona Bertocchi

NON SOLO UN ROMANZO STORICO, QUESTO MIO ULTIMO LIBRO ACCOMPAGNATO DA UNA LINEA DOLCIARIA RACCONTA UN LEONARDO INEDITO.

Dopo meno di un mese dalla pubblicazione è già stato presentato al Salone Internazionale del Libro e a già raggiunto una seconda ristampa. Una lunga lista di città dal Nord al Sud dell'Italia ospiterà il book tour.


Eretico, falsario, esoterista, spia, pittore, scienziato, architetto: su Leonardo da Vinci se ne sono dette molte. Forse perché la sua biografia è costellata di enigmi non ancora risolti. Di certo sappiamo che fu eclettico, al limite della schizofrenia, estremamente curioso e che annotò qualunque cosa gli passasse per la testa. Nel disporre le proprie volontà, il genio toscano indicò nel giovane Francesco Melzi l'erede del suo tesoro più prezioso: tutti et ciascheduno li libri che possiede, ossia decine di migliaia di fogli con appunti manoscritti e disegni sugli argomenti più disparati, accumulati nel corso di un'intera vita. Inizia così la storia dei codici di Leonardo che nel corso dei secoli si disperdono in tutto il mondo. Uno di questi, il più anomalo e anticonvenzionale, viene ritrovato, nel corso di un trasloco, da Ascanio Righi, pasticcere a Vinci, nei locali in cui secondo la leggenda sarebbe stato ubicato il forno e il mulino di famiglia di Leonardo. Si tratta di un taccuino ingiallito le cui pagine, seppur ridotte a un velo, sono ancora leggibili. All'interno sono annotati pensieri confusi, conteggi delle entrate e delle uscite, disegni e diverse ricette di dolci. Ricette ben strane! Secondo chi scrive infatti avevano poteri taumaturgici e forme originali. Sono l'occasione per Ascanio di rimettere in discussione tutta la sua vita fino ad aprire una linea di pasticceria rinascimentale: I pasticci di Leonardo. Coadiuvato da due storiche e dalla donna che gli ha ridato serenità affettiva, Ascanio deve anche rispondere a domande inquietanti: quale collegamento ha il taccuino di Leonardo con l'antico sultanato ottomano di Bayezid II? E soprattutto quali sono i veri poteri dei dolci del Maestro?

venerdì 26 gennaio 2018

il mio libro sulla Venere di Botticelli approda alla REGIONE TOSCANA palazzo Consiglio Regionale FI

Dopo la bella esperienza al salone del libro per lo stand TOSCANA LIBRI, il mio romanzo storico L'ULTIMA ROSA DI APRILE. Simonetta Cattaneo Vespucci, la Venere di Botticelli, è richiesto al palazzo del Consiglio Regionale Toscana - Palazzo Bastogi , nel centor di Firenze, vicino a palazzo Medici Riccardi, la corte dei Medici dove colei che fu definita la Venere di Botticelli, era accolta più di Cinquecento anni fa.
La musa del grande pittore, l'icona della Firenze laurenziana, la sans par ... rivive nella sala delle feste del palazzo Bastogi di Firenze grazie al romanzo storico L'ultima rosa di Aprile. Introdotto dal president del consiglio regionale toscano, Eugenio Giani che si è detto fervido lettore dei testi della Bertocchi.

clicca sul link
la morte di Simonetta Cattaneo Vespucci





sabato 28 ottobre 2017

la delicata, devastante forza della POESIA


Pur avendo iniziato con la poesia, scrivo principalmente narrativa, soprattutto romanzi storici. Dopo ogni romanzo, però, ho bisogno di togliere, di ridurre all’essenziale le parole, di lasciare che tutto imploda in un verso, per provare una lunga vertigine che esprime tutto il mio essere. La poesia lo fa, descrive un universo in un verso.

In un bacio, saprai tutto quello che è stato taciuto e a ancora Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi in fiore.  In un romanzo ci vorrebbero capitoli interi, intrecci di eventi  dei personaggi per arrivare ad affermare quanto Neruda dice nei suoi versi. La poesia no, la poesia in pochi versi crea un moto dell’anima che fa tremare il cuore. La poesia crea, in greco “poiesis” ha il significato di creazione, retta dalle sue leggi fatte di metriche, rime, musicalità oppure si esprime in versi sciolti come fa la maggior parte di noi, perché ognuno di noi nella vita ha scritto una poesia.

Licenza poetica o no con la poesia un dettaglio diventa il fulcro di un’emozione.

Anche la lettura della poesia è diversa dalla lettura di un romanzo, la poesia si gusta, sono gocce lievi che ristorano i pensieri e scuotono i sentimenti, ma soprattutto, la poesia, si fa trovare da chi la cerca .

La poesia è la verità che vive nelle cose, è la sensazione sottile che non è mai in superficie, è ovunque non solo nei versi, è la bellezza che inonda le nostre sponde aride (ecco, in questa frase ho creato una poesia) .

Volendo svelare la verità, cercare nel nostro inconscio, sollevare i ricordi, la poesia spesso approda nel passato e crea un momento unico in cui la malinconia si fonde alla speranza del presente.

Niente come la poesia dà vita ai ricordi, rende umani gli oggetti, fa delle voci un canto.

Che sia un Sonetto, una Canzone, un’Ode, una Sestina, che venga dalla corrente del Romanticismo, del Crepuscolarismo o del Neorealimo, la poesia è l’unico mezzo di libertà e verità che unisce l’umanità. La Poesia è una rivoluzione silenziosa.

Personalmente amo la poesia di Ungaretti e di Montale, quelle che destabilizzano con un aggettivo e squarciano il cuore con un verso.

Stasera

Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia.

(Versa, 21 maggio 1916)

 

Simona Bertocchi

Con la cultura non si mangia ma ci si sazia

Il tour per la presentazione dei miei libri, in particular modo del mio ultimo romanzo storico "L'ultima rosa di Aprile" mi sta portando in giro per l'Italia, il 12 Ottobre ero al Castello della Gherardesca a Castagneto Carducci vicino a Bolgheri e il 13 Ottobre ero a Napoli in un'altra location fiabesca : il palazzo Serra di Cassano, sede dell'Istituto italiano di studi filosofici. Presto sarò a Como (il 17 novembre).
L'incontro con le persone, con le tante realtà diverse, il confronto con i lettori e il piacere delle nuove conoscenze, lo scambio reciproco di energie, è quanto amo di più. Torno sempre più ricca dale tante storie che ascolto e che mi fate vivere, è come uno "scriversi dentro" continuamente.
Grazie a chi crede ancora che la Cultura con la quale non si mangia alla fine sazia e  appaga.












CO O' CORE


Di Napoli mi mancherà il caffè ristretto e bollente del mattino, gli schiamazzi in strada, le piazze bagnate di sole dove le persone e l"arte si incontrano, il sacro e il profano, il teatro che ogni napoletano si porta dentro, le sfogliatelle calde di metà mattinata, il sali e scendi dei vicoli, da Spaccanapoli a Castel Sant'Elmo, il ragù con la scarpetta perché "vi dovete consolare".
Di Napoli mi mancheranno i luoghi di cultura ma anche i rioni con 3 persone sul motorino, i colori stridenti e i chiaroscuro, gli aperitivi con il Vesuvio davanti, le serate sul lungomare, la pizza che ti viene raccontata, il pesce crudo e una bottiglia di Falanghina ghiacciato.
Di Napoli mi mancherà fare le 2 di notte in Piazza del Plebiscito ad ascoltare musica , ballare con degli sconosciuti e incontrare gente di ogni nazionalità.
Di Napoli mi mancherà l'accoglienza degli amici che hanno scombussolato i piani alle loro giornate per mostrarmi "la loro Napoli" (grazie Luigi Bartalini).
Di Napoli porterò il ricordo della presentazione del mio libro a Palazzo Serra di Cassano dove si è fatta la rivoluzione napoletana, i suoi saloni che ubriacano di splendore, i suoi 350mila volumi, i quadri e gli specchi.... Ma dove chi mi ha accolta mi ha fatto sentire nel salotto di casa sua.
Di Napoli mi mancherà l'umorismo del tassista che mi ha regalato tante risate prima di salire sul treno del ritorno. Di Napoli mi mancherà 'O core.
 




domenica 28 maggio 2017

L'Ultima rosa di aprile al Salone internazionale del libro di Torino- Stand Regione Toscana con Toscana Libri


Una bella conquista : io e Simonetta siamo approdate al Salone del Libro di Torino, ospiti dello stand Toscana, grazie alla collaborazione tra il mio editore Giovane Holden Edizioni , toscanalibri.it  e la Regione Toscana per presentare il libro L'Ultima rosa di Aprile. Simonetta Cattaneo Vespucci, la Venere di Botticelli. Con orgoglio ho portato la mia Toscana nella mia città di origine.
Tanto tanto pubblico e coinvolgimento per questo personaggio di cui poco si conosce se non che rappresenta l'immagine icona del Il Rinascimento Italiano. A parlare di Simonetta Cattaneo Vespucci, la Venere di Botticelli mi ha aiutato la vulcanica e talentuosa giornalista Manuela Minelli. Non potevo festeggiare compleanno migliore, io che odio festeggiare i compleanni.





domenica 12 febbraio 2017

BRANI salienti di L'ULTIMA ROSA DI APRILE di Simona Bertocchi. Romanzo storico sulla Venere di Botticelli


Ero l’essenza della bellezza in un’epoca in cui la bellezza era l’essenza di tutto, ero il tormento dei Medici, l’ossessione di Botticelli, la gelosia delle nobildonne, lo sguardo gentile che illuminò la allora già splendente Firenze. Il mio volto compariva ovunque, ero icona di un’era, cantata dai poeti, Musa degli artisti, Venere ritrovata. Ero Simonetta Cattaneo Vespucci, la sans par, come mi definì il Magnifico. Sono morta giovane, troppo giovane, dicono per tisi o è stato il veleno a uccidermi? Un fiore reciso dal vento, strappato alla terra che lo nutrì per poco tempo. Poco si sa della mia vera storia e per questo le leggende sul mio conto sono proliferate. Su di me e sulla più grande signoria d’Italia.
IL PROLOGO
Ero l’essenza della bellezza in un’epoca in cui la bellezza era l’essenza di tutto, ero il tormento dei Medici, l’ossessione di Botticelli, la gelosia delle nobildonne, lo sguardo gentile che illuminò la allora già splendente Firenze. Il mio volto compariva ovunque, ero icona di un’era, cantata dai poeti, Musa degli artisti, Venere ritrovata. Ero Simonetta Cattaneo Vespucci, la sans par, come mi definì il Magnifico. Sono morta giovane, troppo giovane, dicono per tisi o è stato il veleno a uccidermi? Un fiore reciso dal vento, strappato alla terra che lo nutrì per poco tempo. Poco si sa della mia vera storia e per questo le leggende sul mio conto sono proliferate. Su di me e sulla più grande signoria d’Italia.IL PROLOGO
Ero l’essenza della bellezza in un’epoca in cui la bellezza era l’essenza di tutto, ero il tormento dei Medici, l’ossessione di Botticelli, la gelosia delle nobildonne, lo sguardo gentile che illuminò la allora già splendente Firenze. Il mio volto compariva ovunque, ero icona di un’era, cantata dai poeti, Musa degli artisti, Venere ritrovata. Ero Simonetta Cattaneo Vespucci, la sans par, come mi definì il Magnifico. Sono morta giovane, troppo giovane, dicono per tisi o è stato il veleno a uccidermi? Un fiore reciso dal vento, strappato alla terra che lo nutrì per poco tempo. Poco si sa della mia vera storia e per questo le leggende sul mio conto sono proliferate. Su di me e sulla più grande signoria d’Italia.


GUARDA IL VIDEO INTERVISTA AL PISA BOOK FESTIVAL

https://www.facebook.com/giovaneholdenedizioni/videos/1445580062136783/

IL PROLOGO
Ero l’essenza della bellezza in un’epoca in cui la bellezza era l’essenza di tutto, ero il tormento dei Medici, l’ossessione di Botticelli, la gelosia delle nobildonne, lo sguardo gentile che illuminò la allora già splendente Firenze. Il mio volto compariva ovunque, ero icona di un’era, cantata dai poeti, Musa degli artisti, Venere ritrovata. Ero Simonetta Cattaneo Vespucci, la sans par, come mi definì il Magnifico. Sono morta giovane, troppo giovane, dicono per tisi o è stato il veleno a uccidermi? Un fiore reciso dal vento, strappato alla terra che lo nutrì per poco tempo. Poco si sa della mia vera storia e per questo le leggende sul mio conto sono proliferate. Su di me e sulla più grande signoria d’Italia.
L’Arno si tinse dei colori del tramonto in un’esplosione di rosso e di arancio, nelle sue acque possenti galleggiavano le tante storie mosse da un vento nuovo, il vento della Rinascita.
Camminando con la solita lentezza, il poeta Agnolo Poliziano assorbì con lo sguardo quell’immagine, ne trattenne l’attimo: le grida delle donne chine a lavare i panni, i cavalli poco lontano ad abbeverarsi, i pastori con le loro pecore.
La Firenze laurenziana stupiva per l’imponente architettura e il trionfo d’arte che la rendeva unica agli occhi di chi la osservava. Brunelleschi, Donatello, Masaccio furono tra gli artisti che avevano dato alla città il suo nuovo volto, quello che Poliziano ammirava nella sua passeggiata. L’aria tiepida di aprile e i colori radiosi di un’esplosa primavera avvolgevano le forme floride della città che tutti chiamavano la Dominante.
Venezia era stata battuta, l’alleanza con il ducato di Milano, che da quando era subentrato Galeazzo Maria Sforza si era inasprita, sembrava ora migliorata, così come i legami con la Chiesa. Lorenzo di Piero de’ Medici, pur giovanissimo, fu abile a gestire con diplomazia e ordine i rapporti con gli altri stati, una dote che Cosimo il Vecchio, suo nonno, gli aveva trasmesso.
Osservando col naso per aria, totalmente rapito dalla maestosità della Cupola, Poliziano si ritrovò a mormorare una frase dell’architetto e umanista Leon Battista Alberti: “Structura si grande, erta sopra e cieli, ampla da coprire con la sua ombra tutti e popoli toscani”.
 

sabato 3 dicembre 2016

L'ULTIMA ROSA DI APRILE.
Simonetta Cattaneo Vespucci, la Venere di Botticelli
 
 l'ultimo libro di Simona Bertocchi edito da Giovane Holden Edizioni.
 
PROLOGO:
Ero l’essenza della bellezza in un’epoca in cui la bellezza era l’essenza di tutto, ero il tormento dei Medici, l’ossessione di Botticelli, la gelosia delle nobildonne, lo sguardo gentile che illuminò la allora già splendente Firenze.
Il mio volto compariva ovunque, ero icona di un’era, cantata dai poeti, Musa degli artisti, Venere ritrovata.
Ero Simonetta Cattaneo Vespucci, la sans par, come mi definì il Magnifico. Sono morta giovane, troppo giovane, dicono per tisi o è stato il veleno a uccidermi? Un fiore reciso dal vento, strappato alla terra che lo nutrì per poco tempo.
Poco si sa della mia vera storia e per questo le leggende sul mio conto sono proliferate. Su di me e sulla più grande signoria d’Italia.
 
Il ha visto la sua prima vetrina al Pisa Book Festival e ha esordito con presentazioni con letture coreografate alle Stanze del Teatro Guglielmi di Massa e alle Giubbe Rosse di Firenze. Prossima presentazione il 17 dicembre ore 17,00  all'hotel della Baia . Loc Le Grazie/ Portovenere dove nacque Simonetta.
Il tour letterario nelle altre città proseguirà anche nel 2017
 


 

lunedì 17 ottobre 2016

TINA MODOTTI , l'artista pasionaria


Capelli nerissimi, occhi di brace, una forza che irrompe in una grande delicatezza, un’espressione curiosa, uno sguardo che penetra: era Assunta Adelaide Luigia Modotti (chiamata Tinissima dalla sua mamma). Attrice, fotografa, rivoluzionaria, migrante, attivista politica perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros, figura leggendaria, donna bellissima, dai molti nomi e dalle molte vite, Tina Modotti ebbe una grande vera passione, la fotografia ( prima messa a servizio degli ideali sociali e poi sacrificata per la lotta politica), rivelatasi quando aveva vent’anni, trasmessale, insieme alle tecniche, dal maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa, Edward Weston, che lei riamò ma al quale preferì, poi, il comunismo.

domenica 21 febbraio 2016

L’ECO DELLA CULTURA. Se n’è andato Umberto Eco, un’icona della nostra Cultura, uno degli ultimi veri intellettuali.


Il 20 febbraio 2016 se n’è andato un'icona della nostra cultura, uno dei simboli della letteratura moderna.

Mi chiedo chi ieri, postando frasi dai suoi libri, abbia veramente letto Umberto Eco. Succede sui social che alla morte di un grande personaggio per due giorni (non di più) ognuno posti frasi, foto, pezzi di film, di libro o di canzoni. E’ morto Umberto Eco uno scrittore che ho amato e odiato, un filosofo e semiologo autore di numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia. Laureato in filosofia, docente di estetica, professore dal 1975 al 2008 all’Università di Bologna, Dottore Onorario nelle università di tutto il mondo. Lo scrittore per eccellenza di Einaudi aveva 84 anni anche se la sua vita così intensa, i suoi continui viaggi, incontri, tesi, studi, esperimenti l’hanno fatta sembrare infinita. Ero quasi convinta fosse immortale, una vita non poteva bastargli.  

Dal mio punto di vista ha eccelso più come umanista che come narratore di storie, eppure riconosco il genio del pensiero, l’artigiano della parola, l’uomo che ha lasciato in eredità un patrimonio letterario importante e ha dedicato una vita a questo. La sua narrativa, invece è per me un po’ barocca, eccede in descrizioni, spesso ripetute e, a volte, in sfoggio di erudizione. Lo apprezzo assolutamente molto di più per i suoi  saggi e tesi che non sono mai giornalistici ma mostrano l’anima, paradossalmente trovo caldi alcuni suoi saggi e spesso fredda la sua narrazione.

Informazioni personali

La mia foto
Simona Bertocchi è nata a Torino, toscana di adozione, vive attualmente a Montignoso, provincia di Massa Carrara. Lavora nel settore del turismo, ma l’altro mestiere, ormai in parallelo, è scrivere. Nel 2016 ha festeggiato I suoi 10 anni di carrier letteraria reglandosi il suo ultimo libro. Al momento ha 7 libri editi, alcuni dei quali giunti alla seconda edizione. Tanti i media che si sono occupati della promozione e recensione delle sue pubblicazione dalle testate giornalistiche, alle radio, alle televisioni nazionali e locali. Si occupa anche di volontariato essendo segretaria di uno sportello d'ascolto anti violenza. E’ appassionata di viaggi, di letteratura e di tango (che balla da qualche anno) Organizza e conduce salotti culturali e letterari in Toscana in collaborazione con importanti associazioni culturali, case editrici e librerie. SITO INTERNET: http://www.simonabertocchi.it